UPDATE: Long and dangerous path to school for the children of Tuba and Maghayir al Abeed
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On January 2 the Israeli army failed to escort Palestinian schoolchildren from the villages of Tuba and Maghayir al Abeed both on the way to reach the school in At Tuwani and on the way back home.
In the morning, after 45 minutes waiting for the soldiers, the schoolchildren decided to walk on a longer and more dangerous path, accompanied by Operation Dove (OD) volunteers. The Israeli army claimed on the phone that the soldiers were engaged in a military training and couldn’t escort the children. The two youngest children of the group had to come back home because the alternative path was too hard and they couldn’t attend school. The children finally reached the school walking more than one hour and changing their path because of the presence on their way of Israeli settlers from the illegal outpost of Havat Ma’on. Because of the Israeli army negligence, the schoolchildren lost more than one hour of lesson.
In the afternoon of the same day the Israeli forces didn’t show up at the meeting point, violating their own duty. After one hour and half waiting, the schoolchildren decided to move, accompanied by OD volunteers, through the longer path. On the way the group met an Israeli army jeep meandering around the illegal outpost of Havat Ma’on. As OD volunteers demanded an explanation for their delay, Israeli soldiers replied they were looking for the meeting point with the children. The schoolchildren succeeded to come back to Tuba and Maghayir al Abeed escorted by the Israeli soldiers and accompanied by OD volunteers, through the long path, itself dangerous. On the way back, some Israeli settlers from Havat Ma’on illegal outpost chased OD volunteers, without reaching them. Some of the settlers gathered near the army jeep speaking with the soldiers.
The Israeli army has the duty to protect the children from the Palestinian villages of Tuba and Maghayir al Abeed on their way to school, but many times their misconduct puts the children in danger or forces them to wait hours and to walk in an area where settlers often have attacked them. Once again, Israeli army negligence didn’t guarantee basic and fundamental rights of the children, as the right to education.
The shortest route connecting the villages of Tuba and Maghayir al Abeed to the rest of the area is a main public road that passes between Ma’on settlement and Havat Ma’on illegal outpost. Because of the presence of Israeli settlements and the ongoing violence from Israeli settlers, Palestinians are not able to use that road anymore.
UPDATE: La lunga e pericolosa strada verso scuola per i bambini dei villaggi di Tuba e Maghayir al Abeed
Il 2 gennaio 2017 l’ esercito israeliano non ha garantito la sicurezza dei bambini palestinesi provenienti dai villaggi di Tuba e Maghayir al Abeed sia durante il percorso verso la scuola di At Tuwani sia durante il tragitto di ritorno.
Alla mattina infatti, dopo aver atteso per 45 minuti i soldati, i bambini hanno deciso di raggiungere la scuola percorrendo la strada più lunga e pericolosa accompagnati dai volontari di Operazione Colomba. L’ esercito israeliano aveva infatti comunicato telefonicamente che i soldati erano impegnati in un’ esercitazione e che quindi non avrebbero potuto accompagnare i bambini. I due più piccoli sono dovuti tornare a casa essendo il percorso troppo arduo per loro e non hanno quindi potuto raggiungere la scuola. Gli altri bambini hanno invece camminato per più di un’ ora per raggiungere At Tuwani allungando maggiormente il tragitto a causa della presenza, lungo il percorso, di alcuni coloni dell’ avamposto illegale di Havat Ma’on. A causa della negligenza dei soldati israeliani i bambini hanno perso più di un’ ora di scuola.
Nel pomeriggio dello stesso giorno la scorta militare non si è presentata al punto d’ incontro; non rispettando ancora una volta il loro compito. Dopo un’ ora e mezza i bambini accompagnati dai volontari di Operazione Colomba hanno di nuovo intrapreso il cammino più lungo. Percorrendo la strada il gruppo ha incontrato una jeep dell’ esercito israeliano che si aggirava nei pressi dell’ avamposto illegale di Havat Ma’on. Alla richiesta di spiegazioni per il ritardo maturato, i soldati hanno risposto ai volontari che stavano cercando il luogo di incontro con i bambini. I bambini sono riusciti a fare ritorno nei loro villaggi di Tuba e Maghayir Al Abeed accompagnati dai soldati israeliani e dai volontari di Operazione Colomba percorrendo il tragitto più lungo, anch’esso pericoloso. Sulla via del ritorno i coloni dell’ avamposto illegale di Havat Ma’on hanno rincorso i volontari di Operazione Colomba non riuscendo tuttavia a raggiungerli. Alcuni di loro si sono poi fermati nei pressi della jeep dell’ esercito per parlare con i soldati.
L’ esercito israeliano ha il compito di proteggere i bambini dei villaggi palestinesi di Tuba e Maghayir al Abeed durante il tragitto verso scuola. Tuttavia molte volte la loro cattiva condotta mette in pericolo gli scolari, li costringe ad aspettare per ore o a camminare in un’ area dove i coloni li hanno spesso attaccati. Ancora una volta le forze israeliane non hanno garantito i diritti fondamentali dei bambini, come il diritto all’ istruzione. La strada più corta che connette i villaggi di Tuba e Maghayir al Abeed al resto dell’ area è una strada pubblica che passa tra la colonia di Ma’on e l’ avamposto illegale di Havat Ma’on. A causa della presenza degli insediamenti israeliani e della continua violenza dei coloni i Palestinesi non possono più percorrerla.
UPDATE: The Israeli Army closed the main entrances to the Massafer Yatta area
(Italian follows)
On August 5, the Israeli army closed by roadblocks the roads that lead the Massafer Yatta area, isolating 12 Palestinian villages from basic services.
The area has been closed for 20 hours, as arbitrary act made by the Israeli forces, preventing the Palestinian the access to basic needs.
UPDATE: L’esercito israeliano chiude le principali vie d’accesso per il Massafer Yatta
Il 5 di agosto, l’ esercito israeliano ha chiuso con dei roadblock le strade di accesso alla Massafer Yatta area, isolando dai servizi primari 12 villaggi palestinesi.
A causa di questa azione arbitraria delle forze israeliane, l’area è rimasta chiusa per 20 ore, impedendo ai palestinesi l’accesso ai bisogni fondamentali.
UPDATE: Israeli Army forbidded Palestinian farmers harversting
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Al-Mufaqarah- On 22 April at about 8.45 am Israeli soldiers forbidded the work of a group of 20 Palestinian that were harvesting crops in a Palestinian land near to the Israeli illegal outpost of Avigayil. For the Israeli soldiers the field legally owned by a Palestinian man is too close to the outpost of Avigayil, illegal even for the Israeli law.
April is the month in which Palestinians harvest this kind of crops, but he simple activity of collecting crops become dangerous, especially when the fields are located near to the Israeli settlements and outposts.
In the last two weeks International volunteers accompanied the Palestinians harvesting herbs on their own lands.
UPDATE: L’esercito Israeliano impedisce ai contadini Palestinesi di lavorare la terra
Al Mufaqarah- Il 22 Aprile alle 8.45 circa del mattino i soldati israeliani hanno impedito ad un gruppo di circa 20 palestinesi, che stavano lavorando vicino all’avamposto israeliano di Avigayil, di completare il raccolto. Secondo i soldati israeliani il campo che i palestinesi stavano lavorando è situato troppo vicino all’avamposto illegale di Avigayil: ininfluente che la terra in questione sia legalmente di proprietà del contadino palestinese e invece l’avamposto di Avigayil sia considerato illegale anche dalla stessa legge israeliana.
Aprile è il mese in cui i Palestinesi raccolgono i frutti della terra, ma il semplice gesto di raccogliere il grano diventa pericoloso, specialmente quando i campi sono situati vicino alle colonie o negli avamposti israeliani.
Nelle ultime due settimane i volontari di Operazione Colomba hanno accompagnato il raccolto dei palestinesi nelle loro terre.
UPDATE: Demonstration in solidarity with arrested activists and Al Mufaqarah village
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On January 23, Palestinians, Israelis and Internationals gathered in At-Tuwani village and walked to Al Mufaqarah Palestinian village to remark their commitment in the joint struggle against Israeli military occupation of the Palestinian Territories.
They joined together to express their solidarity to three activists, Israelis and Palestinian, that are still in Israeli jail without any clear charge and exposed to degrading treatment. Demonstrators also express their support to the inhabitants of Al Mufaqarah village, targeted in the last week by demolitions, confiscations of building materials and night raid by Israeli Army.
Despite repressive and unwarranted measures implemented by Israeli Army, the participants of the demonstration expressed their will to continue popular nonviolent resistance in South Hebron Hills.
UPDATE: Manifestazione in solidarietà ai tre attivisti detenuti e al villaggio di Mufaqarah
Il 23 gennaio, palestinesi, israeliani e internazionali si sono riuniti nel villaggio di At-Tuwani e hanno marciato fino al villaggio di Al Mufaqarah per rimarcare il loro impegno nella comune lotta contro l’occupazione militare israeliana dei Territori Palestinesi.
I partecipanti hanno espresso la loro solidarietà ai tre attivisti, due israeliani e un palestinese, ancora nelle prigioni israeliane, senza un’accusa precisa e sottoposti a trattamenti degradanti. Il supporto dei partecipanti è andato anche agli abitanti del villaggio palestinese di Mufaqarah, che nell’ultima settimana è stato l’obiettivo di demolizioni, della confisca di materiale da costruzione e di raid notturni da parte dell’esercito israeliano.
Nonostante le misure repressive e ingiustificate messe in atto dalle forze di occupazione israeliane, i partecipanti alla manifestazione hanno espresso con forza la volontà di portare avanti la resistenza popolare non violenta nelle colline a sud di Hebron.
UPDATE: Another day of Israeli Army and settlers’ violence in South Hebron Hills
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On 22 January at about 1.30am, one Israeli army jeep came into Al Mufaqarah Palestinian village, and shot two sound bombs near the houses, for no reason. The sound woke up and scared all the population of the village. The army went away without any explanation about the fact.
Just the last week Israeli army targeted Al Mufaqarah with demolitions
In the same day at about 12.30pm two masked settlers from the illegal outpost of Havat Ma’on attacked a Palestinian shepherd, throwing stones at him with a slingshot. The shepherd succeeded to move away safely.
Almost every day South Hebron Hills Palestinian population suffer indiscriminate violence from Israeli Army and settlers
UPDATE: Un’altra giornata di violenza dell’esercito e dei coloni israeliani nelle colline a Sud di Hebron
Il 22 gennaio alle 01.30 del mattino, una jeep dell’esercito israeliano è entrata nel villaggio palestinese di Al Mufaqarah, ed ha sparato due bombe sonore, vicino alle case, senza nessun motivo. Il suono ha svegliato e spaventato gli abitanti del villaggio. L’esercito ha poi lasciato il villaggio senza dare alcuna spiegazione sull’accaduto. Nell’ultima settimana il villaggio di Al Mufaqarah è stato vittima di confische e demolizioni da parte dell’esercito Israeliano.
Lo stesso giorno, alle 12.30 circa due coloni mascherati provenienti dall’avamposto illegale di Havat Ma’on hanno attaccato un pastore palestinese, lanciandogli delle pietre con una slingshot. Il pastore è riuscito a mettersi in salvo.
Quasi ogni giorno la popolazione palestinese delle colline a sud di Hebron, è vittima della violenza indiscriminata da parte dell’esercito e dei coloni israeliani.
UPDATE: Israeli forces demolish four tents in South Hebron Hills
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On January 20, Israeli Army, DCO (District Coordination office) and Border Police demolished two tents in Suseya Palestinian village. Soldiers didn’t give Palestinian family enough time to save all their properties before the tents were demolished.
Shortly after Israeli forces reached Al Mufaqarah Palestinian village where they destroyed another two tents, despite the attempt of the Palestinian community to prevent the demolition.
According to OCHA (UN agency) over 13,000 Palestinian-owned structures are affected by demolition orders. Due to the lack of adequate planning and discriminatory allocation of public land, it is nearly impossible for Palestinians to obtain building permits in most of Area C, that encompasses more than 60 per cent of the West Bank, under direct control of Israeli occupying forces.
UPDATE: Forze israeliane demoliscono quattro tende nelle colline a sud di Hebron
Il 20 gennaio, l’esercito israeliano, DCO (Amministrazione civile nei Territori occupati) e Border Police hanno demolito due tende nel villaggio palestinese di Suseya. I soldati non hanno dato alla famiglia palestinese il tempo necessario per mettere in salvo tutte le loro proprietà prima di distruggere completamente la loro abitazione.
Poco dopo le forze israeliane hanno raggiunto il villaggio palestinese di Al Mufaqarah dove, nonostante il tentativo della comunità palestinese di impedire la demolizione, hanno distrutto altre due tende.
Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite OCHA oltre 13.000 strutture di proprietà palestinese sono sotto ordine di demolizione. A causa della mancanza di un’adeguata pianificazione e dell’assegnazione discriminatoria del suolo pubblico, è quasi impossibile per i palestinesi ottenere permessi di costruzione nella maggior parte dell’Area C, che comprende oltre il 60 per cento della Cisgiordania, sotto il diretto controllo delle forze di occupazione israeliane.
UPDATE: Demolition orders delivered in Al Mufaqarah village
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On November 29, two demolition orders have been delivered to a Palestinian family living in Al Mufaqarah village. The demolition orders for one house and one storage follow two stop working orders delivered on July 16, 2012. The thirteen members of the targeted family have three days to appeal to the Court against the decision before the orders become effective, on December 2.
UPDATE: Ordini di demolizione consegnati nel villaggio di Al Mufaqarah
Il 29 novembre, due ordini di demolizione sono stati consegnati a una famiglia palestinese del villaggio di Al Mufaqarah. Gli ordini di demolizione sono relativi ad una abitazione ed un deposito e seguono due ordini di stop ai lavori che erano stati consegnati il 16 luglio 2012. La famiglia, composta da tredici membri, ha tre giorni per fare ricorso contro la decisone prima che gli ordini diventino effettivi il 2 dicembre.
Plowing season 2014
Despite the ongoing expansions of Israeli illegal outposts and the restrictions on accessing Palestinian owned lands inflicted by the Israeli civil administration, Palestinians successfully plowed their lands in the South Hebron Hills.
During the last few weeks Palestinian families gathered on their own lands to plow with tractors or donkeys. Palestinians from At Tuwani and Tuba villages plowed the lands surrounding Havat Ma’on Israeli illegal outpost, that during the month of November expanded with 25 iron pylons hammered in the ground rounding the border of the outpost.
Palestinians from Al Mufaqarah plowed the lands nearby Avigayil Israeli illegal outpost. On December 3, Israeli soldiers came twice toward the Palestinians and prevented them from working saying they were not allowed to plow that land. Palestinians asked Israeli soldiers to call the DCO and check their right to plow there. When DCO arrived on the place, Palestinians could prove they were allowed to work. On December 4, Israeli soldiers again came on the place and argued with International volunteers on the right of Palestinians to work the same land, but Palestinians kept on working without stopping for the presence of the army.
Palestinians from Jawwaya village had to wait the permission of the DCO in order to plow the land in front of Ma’on Israeli settlement’s entrance. That Palestinian owned land was declared a closed military area by the Israeli army on the spring of 2013 after different episodes of violence perpetuated by Israeli settlers toward Palestinians . On December 3, Palestinians could plow while Israeli soldiers and DCO officers monitored the all work.
“Plowing our own lands despite the violent policies of the Israeli civil administration, aimed to prevent us from accessing our basic resources, is an act of resistance in this area” says a member of the South Hebron Hills Popular Committee.
Stagione della semina 2014
I palestinesi delle colline a sud di Hebron sono riusciti a coltivare le proprie terre nonostante continui lavori di espansione degli avamposti illegali israeliani e le restrizioni sull’accesso alla terra inflitte dall’amministrazione civile israeliana dei territori occupati.
Nelle ultime settimane famiglie palestinesi si sono riunite per coltivare le proprie terre usando aratri trainati da trattori o asini. Palestinesi dei villaggi di At Tuwani e Tuba hanno seminato sulle terre circostanti l’avamposto israeliano illegale di Havat Ma’on, che durante il mese di novembre si è aspanso con 25 pali di ferro piantati attorno i confini dell’avamposto.
Palestinesi di Al Mufaqarah hanno coltivato le terre adiacenti l’avamposto israeliano illlegale di Avigayil. Il 3 dicembre soldati israeliani per due volte si sono avvicinati ai palestinesi impedendogli di lavorare, dicendogli che non avevano il permesso di coltivare quella terra. I palestinesi hanno chiesto che venisse chiamata la DCO (District Coordination Office) per dimostrare il proprio diritto di coltivare la suddetta terra. Arrivata sul posto la DCO, i palestinesi hanno potuto provare il loro diritto a lavorare la propria terra. Il 4 dicembre, soldati israeliani sono tornati sul posto e hanno discusso con i volontari internazionali presenti riguardo al diritto dei palestinesi di coltivare quella terra, i palestinesi hanno continuato ad arare senza fermarsi nonostante la presenza dell’esercito.
Palestinesi del villaggio di Jawwaya hanno dovuto aspettare il permesso della DCO per coltivare la terra di fronte all’entrata della colonia israeliana di Ma’on. Quella terra di proprietà palestinese è stata dichiarata un’area militare chiusa dall’esercito israeliano nella primavera del 2013, dopo diversi episodi di violenza perpetuati sui palestinesi da coloni israeliani di Ma’on. Il 3 dicembre, i palestinesi hanno potuto seminare mentre soldati e ufficiali della DCO hanno monitorato i lavori.
“Coltivare la nostra terra nonostante le violente politiche dell’Amministrazione civile israeliana, che puntano a negarci l’accesso alle risorse essenziali, è un atto di resistenza in quest’area” dice un membro del Comitato Popolare delle Colline a Sud di Hebron.