Pubblichiamo il comunicato del team “Tutti a raccolta” di Pax Christi, unendoci allo sdegno che ci provoca il dover assistere a manifestazioni come la “Maratona oratoria per Israele”, prevista per il 7 ottobre a Roma, di cui riportiamo parte dell’appello degli organizzatori:
La delegittimazione di Israele avviene a tutte le latitudini e senza freno: Israele, il Paese più apertamente minacciato del mondo, può essere sicuro di venire condannato dalle istituzioni e dalla stampa internazionale qualsiasi cosa faccia, sia che cerchi di difendersi da attacchi terroristici, che si impegni a cercare di fermare il rifornimento di armi per Gaza, sia che semplicemente svolga le normali attività di qualsiasi Paese democratico.
Le sue acquisizioni scientifiche, sportive, culturali, sociali, economiche, vengono sistematicamente boicottate e vilipese anche con la violenza. Il doppio standard è lo standard consueto per Israele: l’ONU, dedicandogli l’80% delle sue risoluzioni, lo condanna ad ogni passo, mentre i Paesi che violano i diritti umani, che compiono stermini e pulizie etniche, non vengono mai sanzionati.
Se salisse sul palco Daoud…
Per la verità, per Israele: verità su Israele
Team di ‘Tutti a raccolta’, Pax Christi Italia, Campagna Ponti e non muri
Betlemme, 6 ottobre 2010
Il palco da dove Papa Benedetto tuonò pochi mesi fa contro il muro dell’apartheid che fa di Betlemme una prigione, si trova proprio a due passi dalle gabbie in cui stanotte all’alba siamo stati attoniti spettatori della quotidiana umiliazione di migliaia di palestinesi che ammassati dietro le sbarre tentano di passare il check-point per andare a lavorare a Gerusalemme.
Dalla stampa apprendiamo con stupore e indignazione che molte personalità internazionali, parlamentari e artisti saliranno domani su un palco a Roma dando la loro adesione e la loro voce alla manifestazione internazionale “Per la verità, per Israele”. Se ci sta veramente a cuore Israele, se vogliamo essere veri amici di Israele come del popolo palestinese, non possiamo fingere di non vedere il sistema di apartheid che da decenni umilia e distrugge i palestinesi e di conseguenza dobbiamo aiutare Israele a riconoscere le sue responsabilità.
Fa davvero un effetto strano immaginare questa maratona di parole mentre, viaggiando da una parte all’altra della Palestina, siamo testimoni della concreta oppressione che quotidianamente milioni di uomini e donne sono costretti a sopportare e che ha un solo nome da amplificare e non nascondere: l’occupazione militare israeliana.
Non riusciamo ad immaginare come tanti discorsi che verranno pronunciati nel nome della pace e della giustizia, non cadano ancora una volta nell’ipocrisia di chi finge di non sapere che l’ostacolo più grande alla pace sono proprio quelle centinaia di cantieri edili che continuano a rubare illegalmente la terra ai villaggi palestinesi. Ci chiediamo anche a quale sicurezza, libertà e verità stiano pensando coloro che si alterneranno nella maratona pro-Israele passandosi la fiaccola della sua difesa.
Tutti noi chiediamo la sicurezza per Israele come per i suoi vicini palestinesi, ed è esattamente “per la verità, per Israele” che va riconosciuta e affermata la realtà dei fatti, come unica via per una pace giusta. Quei drammatici “fatti” che in questi giorni ritroviamo nella totale umiliazione subita dai palestinesi e nella costante violazione dei diritti umani e delle leggi internazionali da parte dello stato d’Israele.