Video: coloni israeliani mascherati attaccano At-Tuwani
12 giugno 2010
12 giugno 2010
[Note: secondo la IV Convenzione di Ginevra, la II Convenzione dell’Aja, la Corte Internazionale di Giustizia e numerose risoluzioni ONU, tutti gli insediamenti israeliani nei Territori Palestinesi Occupati sono illegali. Gli avamposti sono considerati illegali anche secondo la legge israeliana.]
22 Luglio 2010 / At-Tuwani – South Hebron Hills
Nella mattinata di ieri, mercoledì 21 luglio, tre coloni, di cui uno armato, hanno rubato una pecora a un giovane pastore palestinese proveniente dal villaggio di Tuba, mentre si accingeva ad abbeverare il gregge a un pozzo nella valle di Umm Zeitouna, che si trova tra gli insediamenti israeliani di Ma’on e di Karmel.
Il giovane palestinese ha riportato che, verso le 08.00, due auto di coloni israeliani hanno accostato ai bordi della strada. Da uno dei due veicoli è sceso un colono che raggiunto il gregge, dopo aver afferrato una pecora per un orecchio e averla trascinata per qualche metro, se l’è caricata sulle spalle e si è allontanato in direzione della strada dove lo aspettavano altri due coloni, di cui uno armato. L’animale è stata caricato su uno dei veicoli dai coloni, mentre il pastore è rimasto a distanza a filmare il furto. La telecamera utilizzata per le riprese rientra nel progetto dell’Associazione Israeliana B’Tselem che ha fornito attrezzature video ai palestinesi dell’area per documentare le aggressioni da parte dei coloni.
di Paolo Vachino
Il futuro dietro a una collina
o all’ombra dell’albero sacro
nella mattina turbinosa di sabbia,
la rabbia di un popolo occupato
a difendersi dall’occupazione
pena l’estinzione dal territorio
nell’illusorio convincimento
che cambierà qualcosa,
che una sposa palestinese
possa un giorno coltivare
pretese di madre e di donna
di mettersi il velo al posto della gonna.
Il futuro dentro a una bambina
sgambettante tra tante altre nuda
sulla cruda terra indurita
dai passi sempre allertosi dei pastori
inseguiti ogni giorno dai signori
coloni israeliani
armati di mitra e di fionde
di ronde militari come fossero
caroselli lunari di astronauti impazziti,
smarriti di fronte a un nemico
lontano da un fronte
e cercato casa per casa
– tutte da demolire – per consentire
al colono insediato per dono divino
di poter educare al mattino i figli
agli artigli delle armi e dell’odio,
innalzato sul podio del fanatismo
religioso, dove l’unico sposo
è il Dio misericordioso solo
verso qualcuno perché nessuno
di altra appartenenza ha diritto
alla residenza su questa terra
collinare che sfocia
nel deserto della speranza.
Il futuro di tutti i violenti
è sul fondo del mare aperto
– aperto apposta per loro –
perché se esistesse mai un popolo eletto
sarebbe solo quello che sa portare
al prossimo suo assoluto rispetto.
SERVIZIO DI ILARIA DE BONIS
At-Tuwani (Hebron), 19 luglio 2010, Nena News – Hamze, Sameha, Zeinab e Mohammed giocano con la nonna sul terrazzo di casa. La campagna di Hebron è bruciata dal sole. A pochi metri da loro, oltre la rete, un isolato boschetto di pini che di giorno fa un po’ meno paura. I fratellini Rabai lo tengono d’occhio, sanno che il bosco è pericoloso.
Questa casa araba – 43 persone tra fratelli, mogli, figli e nipoti – è una delle più esposte alla violenza dei coloni nazional-religiosi di Ma’On e del suo avamposto Havat Ma’on, costruito tra i pini. Siamo nel villaggio palestinese di At-Tuwani in West Bank, un pugno di case color della roccia affogate nel sole. Fino a pochi anni fa i pastori vivevano nelle grotte.
L’ultimo attacco violento risale allo scorso 12 giugno, era di shabbat. Una trentina di coloni israeliani dall’avamposto di Havat Ma’on, col viso coperto, armati di fionde e bastoni, raggiunta la casa araba più vicina, hanno aggredito donne e bambini della famiglia Rabai. Gli uomini quel mattino erano a Yatta per un funerale. L’esercito e la polizia sono arrivati tardi…
Defense Ministry order gives priorities to building that pose a ‘security threat’, applying most to structures close to roads in Jordan valley and Mount Hebron.
By Chaim Levinson – Haaretz – 19.07.10
The Civil Administration has received government orders to increase enforcement against illegal Palestinian construction in Area C of the West Bank, according to a deposition by an administration official to the High Court.
The deposition, by the administration’s infrastructure authority, Colonel Zvika Cohen, came in response to a petition by Regavim.
The group is seeking the destruction of illegal Palestinian construction at six West Bank sites, citing a security threat.
In High Court deliberations a month ago, state representative Nahi Ben-Or said there had been no enforcement against the illegal construction.
At the end of deliberations, the justices ordered the state to provide additional information, and called its response inadequate.
di Paolo Vachino
Presidiare impavido e assorto
del piccolo villaggio di pastori
dagli invasori coloni israeliani
come fosse un orto
minacciato dalla grandine
dai ragazzi-rondine
che si fan chiamare colombe
incuranti delle bombe
sorvolanti il cielo, loro
come un velo di fiducia
per il popolo palestinese
che cammina una terra
dove ancora brucia
il fanatismo religioso,
un drappello valoroso e irriducibile
che combatte la violenza
con la semplice presenza nel villaggio
con il coraggio di frapporre
il loro corpo per evitare
che qualche morto possa fare
le veci a qualche vivo,
in questo loro agire schivo
dai clamori massmediatici
così apatici all’ostentazione
quanto eretici all’omologazione occidentale,
una muta incallita di volontari
che non si accontentava di vivere bene
nei santuari imbanditi dal Capitale
ma che ha scelto di mescolarsi
con alcuni deboli della Terra
per coltivare insieme a loro l’amore,
estirpare la clandestinità
di questa sporca guerra.
18 luglio 2010 – At-Tuwani – South Hebron Hills
Ieri, 17 luglio 2010, nella scuola di At-Tuwani, un piccolo villaggio nelle colline a sud di Hebron, è iniziato il campo estivo. Per due settimane, tutte le mattine, animatori palestinesi e internazionali organizzeranno giochi e attività ricreative rivolti a bambini di età compresa fra i 6 e i 14 anni. Parte del campo estivo quest’anno si svolgerà anche ad Al Fakheit, un piccolo villaggio nel deserto, a sud di At-Tuwani, dove l’anno scorso, a settembre, è stata aperta una scuola per garantire il diritto all’istruzione anche ai bambini di quell’area.
In coincidenza con il campo estivo è ricominciata anche la scorta militare israeliana per accompagnare ogni giorno nel tragitto da e per la scuola i bambini provenienti dai villaggi di Tuba e di Magayr Al Abeed
Dal 2001 i coloni dell’avamposto di Havat Ma’on hanno attaccato più volte i bambini lungo la strada da e per la scuola, ma solo nel novembre del 2004 l’autorità israeliana ha predisposto una scorta militare quotidiana.
Un reportage dentro l’Area C. Un viaggio in uno dei villaggi palestinesi dentro il territorio israeliano. Una storia lontana dai riflettori.
“Area C” è il termine tecnico che, secondo la divisione amministrativa decisa dall’”Interim Agreement” degli Accordi di Oslo (1993-1995), designa il territorio della Cisgiordania sotto esclusivo controllo israeliano, militare e civile. Un controllo che sarebbe dovuto durare solo cinque anni e che invece continua tutt’oggi, a discapito del diritto internazionale e degli oltre 150.000 palestinesi che ci vivono. Nonostante insediamenti, avamposti e coloni, impedimenti a costruire, vessazioni e un grande senso di abbandono. Un territorio che rappresenta oltre il 60% dell’intera Cisgiordania. Un non-luogo di cui si parla poco, sui tavoli della diplomazia internazionale come nelle pagine dei giornali. Un non-luogo fatto di villaggi rurali, gente semplice e resistenza nonviolenta. Piccole storie che chiedono di essere raccontate. Storie dall’Area C.
Haaretz: IDF soldiers face penalty after uploading Hebron dance video to YouTube
WATCH: Video of soldiers, armed and wearing bulletproof vests, patrolling as a Muslim call to prayer is heard. Then the music changes and they break into a Macarena-like dance.